lunedì 21 dicembre 2009

Perdoniamo i complottisti esagitati, anzi preghiamo per loro


C'era da aspettarselo. Io personalmente ero sicuro che prima o poi l'esercito dei complottisti si sarebbe dato da fare e avrebbe rivisitato in stile negazionista anche l'aggressione a Berlusconi. Ero convinto che avrebbero sbandierato la tesi dell'auto-attentato a scopo propagandistico. Ero pure convinto che quelle volpi astute seguissero ancora una volta lo schema dell'11 settembre alternativo: l'attentato me lo procuro da me così posso “sfruttarlo” per dichiarare guerra, per ottenere consenso eccetera. Uno schemino mentale facile facile. E il complotto è fatto. E la realtà è ribaltata. Così B. avrebbe ideato tutto: Tartaglia?, un suo complice. Il sangue?, una finzione hollywoodiana, eccetera eccetera.
Ancora una volta alla verità di un evento, drammatico e imprevedibile, viene preferita una ricostruzione alterata e meno complessa del reale, strumentale alle proprie convinzioni, gonfiata dai pregiudizi e giustificata da ideologie che molto spesso sono un prodotto dell'odio e dell'ignoranza. La rete, purtroppo, è il mezzo ideale per far proliferare tali scemenze. Ma dal momento che siamo ormai alle porte del Santo Natale dobbiamo perdonarli perché non sanno quello che fanno. Preghiamo per loro perché ritrovino pace amore e buonumore.

lunedì 14 dicembre 2009

Shooting Silvio


Nonostante ci sia qualche idiota che possa pensare e quindi scrivere su Facebook (diventato ormai la discarica virtuale dei pensieri più turpi e triviali, dove produrre odio è facile e non costa niente e per di più diventa un modo, quasi intellettualistico, per sentirsi più vivi) che in fin dei conti Berlusconi se lo sia meritato, ieri invece è accaduto, manco a dirlo, un fatto grave e preoccupante. Non possiamo far finta di non vedere l’odio esasperato, disperato direi, nei confronti di un uomo che, nonostante abbia ottenuto democraticamente il diritto a governare dalla stragrande maggioranza degli italiani, è ritenuto da una minoranza estremista e illiberale, non già l’avversario da battere politicamente, ma la rappresentazione del Male assoluto, il Nemico da eliminare (come scrive Pigi Battista sul Corriere di oggi). Questa degenerazione dello scontro politico non aiuta certo a prevenire o evitare casi - pur sempre isolati - come questi. Ed è per questo che parole come quelle pronunciate da Di Pietro e da Rosy Bindi sono a dir poco scioccanti e irresponsabili. Dal primo non possiamo pretendere molto si sa, ma dalla seconda non ci aspettavamo fosse veramente più bella che intelligente.

sabato 12 dicembre 2009

Sinistra al tappeto


E' dura rimanere in piedi dopo aver incassato due colpi potenti e ben assestati come quelli subiti in questi due ultimi giorni dalla sinistra viola delle manifestazioni anti-B., parente stretta di quella pacifista e antibushiana. E bene: prima questo e poi quest'altro l'hanno mandata al tappeto. What else?

domenica 6 dicembre 2009

E se lo dice Eugenio Scalfari


Perchè questo è ciò che conta veramente. Tutto il resto sono solo chiacchiere ovvero "minchiate". E oggi, su Repubblica, Eugenio Scalfari parla chiaro e spiega perchè non è un caso se Cosa Nostra fa la guerra al governo Berlusconi attraverso il pentito Gaspare Spatuzza.

mercoledì 18 novembre 2009

Che tristezza


Scosciate e mezze nude per Gheddafi e per il Corano. E se poi penso alla sentenza sul Crocifisso e agli appelli di Repubblica per tutelare la dignità delle donne, all'orgoglio femminile sbandierato per protestare contro il nostro Premier... mi viene da ridere, ma anche un pò di sana tristezza.

venerdì 6 novembre 2009

Se Berlusconi risponde, Vespa gode


Cribbio! Queste risposte sembrano fatte a posta per far brindare D'Avanzo e Ezio Mauro. Troppo evasive, ritardatarie e per di più legittimanti. Ma chi gliel'ha fatto fare, Presidente? Adesso a Largo Fochetti sono convinti di aver quasi vinto una battaglia democratica in favore della libertà di informazione. Anzi, i loro giornali amici dall'estero glielo confermano. E, intanto, quel furbone di Bruno Vespa è li che si sfrega le mani compiaciuto...

martedì 3 novembre 2009

Corte europea vs. Diritti dell'uomo


Mi chiedo: ma alla Corte europea non hanno proprio un bel cavolo da fare? Devono proprio menarcela con la solita storiella ridicola della laicità dello Stato? Questi nuovi burocrati dell'era moderna, espressione massima di un laicismo ateo e relativista, dopo aver negato la Storia, rifiutando di inserire qualsiasi riferimento alle radici giudaico-cristiane del vecchio Continente nella sua Carta Costituzionale, pretendono ora, a suon di sentenze politicamente corrette, di stravolgere anche le nostre tradizioni, di cancellare le nostre radici culturali che, piacciano oppure no, affondano in un terreno di cristianità.
Il crocefisso esposto nella aule scolastiche sarebbe un problema. Un problemone perchè costituirebbe, stando a quanto stabilito dalla Corte europea di Strasburgo, «una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni» e una violazione alla «libertà di religione degli alunni». Di più: «il crocefisso potrebbe essere incoraggiante per gli studenti religiosi, ma fastidioso per i ragazzi che praticano altre religioni, in particolare se appartengono a minoranze religiose o sono atei». Una scemenza clamorosa. Il crocefisso non è che un simbolo delle nostre tradizioni, della nostra cultura, della nostra identità. Chi potrebbe mai infastidirsi alla vista di un simbolo d'amore universale, un simbolo di carità e di tolleranza, chi se non un pazzo o un fanatico ateista? E i giudici della Corte europea non sono certamente pazzi.

Questo
è invece il famoso articolo di Natalia Ginzburg che già il 22 Marzo del 1988 aveva scritto, dalla pagine dell'Unità, perchè "quella croce rappresenta tutti". Un articolo stupendo, intenso e straordinariamente attuale.

mercoledì 28 ottobre 2009

A sinistra sono onesti e per bene, a destra solo gente imbrogliona, disonesta e moralmente inferiore. L'ho imparato leggendo Repubblica


Prima Gad Lerner dalla tribuna politicamente corretta e perbenista dell’Infedele, poi oggi su Repubblica Mario Pirani, dall’alto della loro integrità morale, ci fanno capire perché la cultura di sinistra è moralmente superiore a quella di destra (eccezion fatta per i pochi cattolici e la ristretta élite finiana). E’ semplice: loro sono capaci ancora di scandalizzarsi e di non accettare fatti come il caso Marrazzo, mentre la destra berlusconiana è in balia di “un cinismo amorale”. Tanto è che, davanti agli scandali sessuali che hanno coinvolto trasversalmente il potere politico, si sono prontamente amareggiati, anzi di più, hanno quasi provato disperazione. Ci spiega Pirani che certe cose il popolo di sinistra non le accetta ed è come se «ognuno di loro si ritenesse offeso da un gesto ritenuto insopportabile». «Perché niente», dice serio e piuttosto rabbuiato, «avrebbe potuto lenire un lutto morale che solo le dimissioni hanno permesso di elaborare». E’, infatti, «il nucleo più profondo dell’animo collettivo ed individuale della sinistra che è stato leso». Poi ci regala un passaggio straordinario, memorabile per la sua profondità: «una sola certezza è rimasta (alla sinistra, ndr) come valore di auto identificazione: l’essere dalla parte – ed essere parte – della gente onesta, per bene; di quelli che non hanno nulla da nascondere, che rispettano la legge, contano sulla Costituzione, pagano le tasse […]». Dall’altra parte insomma, solo merda e fango. Solo gente disonesta, che non paga le tasse, che è contro la Costituzione. Ovviamente il Cavaliere rappresenterebbe alla perfezione questa parte sozza e ignorante, quella che vive, secondo Pirani l’Illuminato e scaltro e acuto e penetrante articolista, arrangiandosi giorno per giorno grazie a qualche «imbroglio piccolo o grande, eludendo il fisco, lavorando in nero, armeggiando per una violazione edilizia». «E soprattutto», scrive Pirani lasciandoci una perla rara di saggezza, fatta di solidità argomentativa e palese supremazia intellettuale, quelli che fanno parte della cultura inferiore, vivono «la legge, le regole e sotto sotto (nota il “sotto sotto” di chi la sa lunga perché più furbo e astuto degli altri) anche qualcuno dei 10 Comandamenti, figuriamoci la Costituzione (eh, figuriamoci!), come malevoli impedimenti al libero esplicitarsi di tutto ciò che bisogna fare per sopravvivere». Da applausi!

lunedì 26 ottobre 2009

Quella sinistra moralista, bacchettona, accusatrice, ma decisamente ipocrita e furbetta quando occore


Anche se le varie Concita De Gregorio e i tanti Giuseppe D’Avanzo e Marco Travaglio di turno vi diranno che l’unica differenza fra i due presidenti sessualmente libertini è che uno si è prontamente dimesso e l’altro no; uno ha riconosciuto i suoi errori e l’altro ancora li nega mentendo, io mi permetto invece di farvi notare che questi bacchettoni de sinistra, costretti a recitare la parte del puritano ipocrita, la dovrebbero raccontare tutta la storiella e non solo a metà. Intanto nessuno si è dimesso. Autosospendersi dall’incarico è cosa molto diversa. E poi bisognerebbe non tralasciare furbescamente l’altro fatto: chi andava a trans consapevolmente, è stato ricattato ed ha pagato i suoi ricattatori per ottenere il silenzio. Non li ha denunciati, nemmeno pubblicamente, ed è indagato per aver commesso almeno due reati previsti dal nostro codice penale. Il secondo presidente, invece, quello che andava a puttane inconsapevolmente, non è stato accusato per alcun reato. Mi pare che questo sia un fatto non adeguatamente messo in risalto dal Fatto quotidiano, il giornale delle procure. Per tutto il resto lascio a Repubblica e a l’Unità, le due autorità morali della carta stampata, giudicare e fare domande (10 domande), spiare dal buco della serratura e guardare sotto le lenzuola dei malcapitati, pubblicare foto, registrazioni e filmati a luci rosse. Lascio a Santoro, depositario della verità, il ruolo di pubblico accusatore e giudice televisivo, il dubbio se invitare o meno qualche viados per fare più luce sulla scabrosa vicenda. Lascio infine agli altri il privilegio di leggere o guardare questa spazzatura.

mercoledì 30 settembre 2009

Appello per un Talk Show fresco, pungente e spudoratamente di centrodestra in Rai


La battuta di Berlusconi sulla Dandini e Santoro ai quali “bisogna lasciare tutto lo spazio possibile perché portano voti al Pdl” lascia imbambolati quelli che speravano nella censura, nell’inasprimento delle polemiche, per dare un senso (almeno uno) alla manifestazione di sabato prossimo. Il premier li ha spiazzati di nuovo, gli ha levato pure la soddisfazione per autoflagellarsi e per frignare sulla morte della democrazia e sulla perduta libertà d’espressione. Un regime che incoraggia i dissidenti non si è mai visto, così adesso dovranno inventarsi qualche altra cosa. Bene. Ecco però io ho una cosa da proporre: invece che lagnarsi per i programmi di Santoro, di Floris, della Dandini o di Fabio Fazio, che pure le critiche se le tirano addosso alcune volte, perché non si mette su un bel programmone con i cosiddetti, palesemente vicino al centrodestra, cioè senza timori e in tutta trasparenza, un programma di centrodestra. Con il suo bel conduttore, tosto e intelligente (e per questo ruolo non nego di aver già pensato automaticamente al grande Giuliano Ferrara), e poi perché no, qualche comico che faccia satira, che prenda per i fondelli una volta tanto qualcuno del centrosinistra…? Qualche idea buona con le persone giuste e il programma sarà un successo. Avanti, un po’ di coraggio, si offra una alternativa al pensiero politicamente corretto dilagante in casa Rai.

venerdì 18 settembre 2009

Non siamo supereroi nè mercenari. Siamo soldati, semplicemente soldati.


Noi veniamo addestrati per fare i soldati. Siamo dei professionisti. Mettiamo in cantiere il fatto di perdere la vita, ma siamo soldati e giuriamo fedeltà alla Patria. Non siamo supereroi né mercenari. Non si è così stupidi da indossare l’uniforme e partire, sapendo che si può morire, solo per aumentare lo stipendio. Questo è un luogo comune. Facciamo il nostro lavoro perché ci crediamo. Gli italiani devono sapere che i militari vanno lì a fare il loro lavoro perché credono in quello che fanno. Noi non rappresentiamo un governo, ma l’Italia intera. Certi valori non li si può insegnare o ce li hai o non ce li hai.

Ho riportato, quasi testualmente, le parole di Gianfranco Paglia pronunciate ieri sera a Ballarò. Paglia è un militare paracadutista della Folgore decorato al valor militare. Il 2 luglio 1993, a Mogadiscio, perse l'uso delle gambe. E' attualmente deputato per il Popolo della Libertà.
Sono parole semplici, quasi banali per molti, ma ho voluto che rimanessero scritte perchè non sono affatto sicuro che siano così ovvie e scontate.

venerdì 11 settembre 2009

8 anni dopo


Otto anni dopo la memoria non vacilla. La mente è lucida. Le Torri sono fumanti, oggi. E' l'America, l'occidente e i valori che esso rappresenta il bersaglio del terrorismo islamico. Non c'è spazio per stronzate complottistiche, oggi. Quelle le lasciamo a chi gode nel rovistare all'interno del pattume ideologico che ha in testa, e insozzarsi con pensieri allucinati e privi di ogni fondamento, totalmente sconnessi dalla realtà.
Oggi è l'11 settembre. Le 2.751 vittime verrano ricordate una ad una a New York, lì dove otto anni fa svettavano imponenti gli edifici del World Trade Center.
Come disse Emma Bonino, viene il momento in cui scegliere da che parte stare è un dovere: con i terroristi, con i talebani o dall'altra parte?

venerdì 4 settembre 2009

Berlusconi e la campagna d'autunno. Quando finirà questo triste siparietto?


Una cosa è certa, questa brutta vecchia abitudine di montare campagne mediatiche su vizi e peccati altrui, al fine di demolirne l’immagine pubblica, che sia presidente del consiglio oppure direttore di un grande giornale non fa differenza, è francamente penosa. Triste e penosa. Quelli che si arrapavano leggendo le intercettazioni di Repubblica e l’Espresso sugli inciuci del nostro premier godereccio e che gongolavano felici di aver trovato un altro motivo per accanirsi contro il Caimano, adesso certo non possono aprir bocca per la strategia di contrattacco prontamente avviata dal battagliero direttore de ilGiornale, Vittorio Feltri. Feltri, il cane pazzo, c’ha messo veramente poco per dimostrare che anche a destra sono capaci di abbassarsi a tanto e che nessuno è perfetto, e che se ci mettiamo a scavare negli armadi polverosi di quelli che ci fanno la morale, alla fine qualche scheletro qua e là salta sempre fuori. Colpiti e affondati.

La vendetta di Berlusconi è appena cominciata. E’ passato dalla parole, sempre troppo poco ponderate, ai fatti: azione giudiziaria nei confronti di quei giornali (pure quelli esteri) che hanno usato le vicende private del premier in modo sconsideratamente fazioso e fuorviante, alludendo per giunta a cose un tantino umilianti (la presunta impotenza del premier, l’Unità) che hanno scatenato in lui una reazione dell’orgoglio. Le questioni di principio scatenate dall’orgoglio personale a volte tradiscono e, possiamo discutere se questa ultima mossa di B. sia stata effettivamente efficace. Fatto sta, che c’eravamo un po’ tutti messi l’anima in pace sui vizi e le scappatelle del nostro premier imperfetto e peccatore, e adesso invece, siamo tornati di nuovo a sindacare ogni singolo capello.

Gridare alla censura, all’intimidazione, annunciare manifestazioni contro il bavaglio alla libertà di stampa, titolare in prima pagina "Come i fascisti", è invece, semplicemente ridicolo. Efficace o meno, intelligente o meno che sia, l’ultima mossa di B. è, però, sicuramente legittima. Se i giornali che lo hanno spernacchiato e criticato aspramente in questi ultimi mesi, lo hanno fatto sempre seguendo le regole del corretto giornalismo, senza scrivere calunnie nei suoi confronti, riportando sempre fatti veri e informazioni non diffamatorie, allora non avranno niente da temere dal processo, perché ne usciranno indenni. Querelare un giornale non è da fascisti, lo provarono Prodi e poi Di Pietro, quando querelarono ilGiornale Berlusconiano, e lo dimostrò D’Alema (ma lo stesso fece Achille Occhetto) quando se la prese a morte con Forattini e una sua vignetta querelandolo e chiedendo un risarcimento di ben 3 miliardi di vecchie lire.

mercoledì 19 agosto 2009

Gli inciuci del nostro premier godereccio e i perbenisti scandalizzati


Gli inciuci del nostro premier godereccio, sempre alla ricerca di una giovane e attraente donna da sedurre, hanno provocato lo scandalo delle anime belle perbeniste e ipocrite, che vorrebbero un presidente del consiglio fedele alla propria moglie, senza vizi e moralmente impeccabile. Abbiamo origliato e sbirciato dal buco della serratura tutto quello che c'era da vedere e sentire, oltrepassando ogni confine della privacy e poi ci siamo prontamente scandalizzati. Ci siamo scandalizzati per la storiella più antica del mondo, un classico della letteratura: les putaines de cour, le puttane di corte, che desiderano essere sedotte dal re per ottenere favori personali, regalie, denaro ecc. Abbiamo puntato il dito inferociti e mandato al rogo il peccatore impuro!, e poi con la bava alla bocca invocato la moralità perduta del nostro presidente... Proprio noi che adoriamo vivere in modo libertino e spregiudicato la nostra vita e la nostra sessualità, proprio noi ora non ammettiamo che altri sgarrino alla regola morale. E quale sarebbe la regola morale da seguire? Noi che sbandieravano il relativismo etico e l’anarchia morale in contrapposizione ai principi universali contenuti nella fede cristiana e negli insegnamenti di Gesù, adesso ci ritroviamo dalla stessa parte dei chierici a condannare un uomo colpevole di non aver ottemperato rettamente ai principi morali. Siamo o non siamo un branco di squallidi moralisti?

Se non ricordo male, Benedetto Croce in “Etica e politica” scriveva che come un poeta viene giudicato per quello che scrive e come lo scrive – tanto che una poesia sublime resta tale anche se il suo autore è un ubriacone oppure un lussurioso – allo stesso modo va considerata l’arte politica e l’uomo politico. Un uomo onesto e tutto d’un pezzo potrà essere certamente marito fedele, ma non è detto che sia al contempo abile politico. Così come un pessimo marito, un uomo amante delle bella vita e delle belle donne, può rivelarsi in effetti politico geniale e coraggioso, amato dal popolo e stravotato. Il popolo è sovrano secondo la nostra costituzione e l’eletto dal popolo è intoccabile, come l’ape regina.


(Ho dovuto togliermi questo sassolino dalla scarpa, dava proprio fastidio).

mercoledì 1 luglio 2009

La guerra in Iraq, il petrolio e... bla bla bla


Rieccoci. Dopo una lunga pausa di riflessione. E tanto tanto studio, in realtà...

...Oggi il Tg1 delle 13:30, senza squilli di trombe, nè rulli di tamburo, tra un servizio e l'altro, come se niente fosse, dà la seguente notizia: si è aperta l'asta per il petrolio iracheno. Come?! Asta?! Sarebbe la prima dal 1972! Incredibile davvero!
Ma il petrolio iracheno non era già tutto nelle mani degli americani e bla bla bla... ? Ma come, la guerra in Iraq allora? Non era tutta una burla per prendersi il petrolio e bla bla bla... ? Ma come asta?! E tutto il bla bla bla allora?

venerdì 22 maggio 2009

Le parole di Obama contano, eccome. Ma i voti del Senato di più.


Obama parla, dice cose, belle cose tipo che chiuderà Guantanamo perchè ha rovinato la reputazione americana. Il Senato vota: 86 voti favorevoli e 3 contrari per rifinanziare le guerre in Iraq e in Afghanistan, ma boccia i fondi chiesti dal presidente per la chiusura di Guantanamo (l'articolo intero qui).

venerdì 15 maggio 2009

Guantanamo (non) chiuderà. Parola di Barack Obama


Ancora una volta Obama smentisce sé stesso. Quelle decisioni prese un po' troppo frettolosamente sulla scia delle proposte ben confezionate in campagna elettorale si sono rivelate un boomerang per il neo presidente. Dopo aver ordinato il blocco dei tribunali militari a Guantanamo appena messo piede alla Casa Bianca e dopo aver spernacchiato G. W. Bush per non averlo fatto, oggi Obama dice che no, proprio no, pessima idea: i tribunali restano eccome. Ma come? Che fine hanno fatto le sontuose promesse e le belle parole e Bush cattivo e trullallero? Mah... That's Obama.

giovedì 30 aprile 2009

1° Maggio, Made in Usa


Se domani festaggiamo i lavoratori di tutto il mondo è ancora una volta per merito di quella grande nazione che è sempre stata sinonimo di progresso: gli Stati Uniti d'America. Pochi sanno, infatti, che l'origine della festa risale ad una manifestazione organizzata dai Cavalieri del lavoro (Knights of labor, associazione fondata nel 1869) a New York il 5 settembre 1882. Due anni dopo, nel 1884, in un'analoga manifestazione i Cavalieri del lavoro approvarono una risoluzione affinché l'evento avesse una cadenza annuale. Ma a far cadere definitivamente la scelta su questa data furono i gravi incidenti accaduti nei primi giorni di maggio del 1886 a Chicago e conosciuti come rivolta di Haymaret.
Più precisamente, con essa si intende ricordare le battaglie operaie volte alla conquista di un diritto ben preciso: l'orario di lavoro quotidiano fissato in otto ore. Tali battaglie portarono alla promulgazione di una legge che fu approvata nel 1866 nell'Illinois. La Prima Internazionale richiese poi che legislazioni simili fossero approvate anche in Europa (fonte Wikipedia).

P.S. Agli amici antiamericanisti mando un bacio.

mercoledì 22 aprile 2009

Il laico buon senso della Santa Sede


"Avremmo dovuto andare a Ginevra per affermare le nostre verità, rintuzzare le faziose parole di Ahmadinejad, separare i faziosi dai ragionevoli (esistono anche quelli), comprendere le ragioni degli altri, lasciare agli atti della Conferenza programmi e concetti a cui avremmo potuto fare riferimento in altri momenti e circostanze. La Santa Sede lo ha fatto e ci ha dato, in questo caso, una lezione di laico buon senso", (Sergio Romano, sul Corriere di oggi).

venerdì 17 aprile 2009

La libertà di non essere informati da Santoro


Se le vignette di Vauro non fanno ridere e sono spesso di pessimo gusto, se Sabina Guzzanti - al contrario del fratello - non fa mai ridere, se Santoro risulta antipatico e maleducato, se fa venire l'orticaria, se pensate che non sia l'incarnazione della Verità e l'emblema del giornalista duro e puro e se pensate altresì, che Annozero non sia l'ultimo baluardo della libertà di informazione, non censuratelo. Cambiate canale.

martedì 14 aprile 2009

Quello che non si dovrebbe dire: il riscaldamento globale NON è colpa dell'uomo


Il professor Ian Plimer, geologo dell'Università di Adelaide (Australia), dà di matto, e contraddice la fascinosa vulgata dominante (non lo dite a quelli di Repubblica) con ben 2111 ragioni scientifiche. Nel suo ultimo libro "The Missing Science" spiega perchè se la Terra si riscalda non è colpa dell'Homo Americanus, per definizione sozzo e inquinatore, ma nemmeno di quello Cinese, anzi, dice pazzamente il professore, la colpa non è proprio di nessuno: fa parte dei cicli della Terra. Incredibile.

domenica 5 aprile 2009

Benedetto sia il Vino


"Il vino esprime la squisitezza della creazione, ci dona la festa nella quale oltrepassiamo i limiti del quotidiano: il vino ‘allieta il cuore’. Così il vino e con esso la vite sono diventati immagine anche del dono dell'amore, nel quale possiamo fare qualche esperienza del sapore del Divino", Benedetto XVI.

Stavo leggendo questo articolo, serio e circostanziato, quando mi sono imbattuto in questa citazione meravigliosa. Ma quanto è ganzo Benedetto?! Poi sono andato a trovare il giorno esatto in cui l'ha pronunciata e in quale occasione. Ecco.

venerdì 3 aprile 2009

Ecco perché “lo Stato Etico” è proprio il contrario di quello che paventano i laicisti. Anzi, è il loro Stato


“Lo Stato etico hegeliano è lo stato che non può trovare nelle leggi della morale un limite o un impedimento alla sua azione giustificando così il principio del machiavellismo: è cioè lo stato che decide cosa è bene e cosa è male, senza riconoscere principi superiori che lo precedono e lo trascendono” (Nicola Abbagnano).

“Esso infatti nega l’esistenza di valori assoluti, indisponibili, di diritti fondamentali e non negoziabili, quali il diritto alla vita, rifiutando l’origine divina del diritto e la possibilità stessa che esso tragga la sua validità da norme oggettive ed universali, e cioè iscritte nella natura delle cose. E’ un caso che lo stato etico nazista abbia per primo promosso l’eutanasia, come negazione dell’universale e intangibile diritto alla vita e dell’uguaglianza tra gli uomini, sani e malati?” (Francesco Agnoli).

Gianni Baget Bozzo, in una lettera al presidente della Camera, Gianfranco Fini, precisa che proprio “l’intervento della Consulta sulla legge che regolamenta la procreazione assistita pone un problema che riguarda la forma politica della Repubblica. Il popolo e il Parlamento hanno dibattuto a lungo sullo statuto umano dell’embrione con divisioni anche dolorose. Non si dà altro soggetto che possa decidere legittimamente sullo statuto dell’embrione e su quello del malato terminale se non la democrazia…” (continua sul Foglio.it)

Per questo la democrazia svuotata dei valori fondamentali dell’uomo, trascinata dalle correnti ideologiche e in balìa delle decisioni della magistratura, è quanto di più vicino ad uno Stato etico.

venerdì 20 marzo 2009

A chi ha riso con demenza delle parole del Papa. A chi lo fa sempre. A chi vive del suo pregiudizio nell'ignoranza.

Parla Rose Busingye, infermiera ugandese (dal Foglio.it).

“Qui Non abbiamo medicine, si muore di malaria, di dissenteria. E ci vogliono mandare i preservativi. Ma che coraggio hanno di fronte al mondo di dire che il bisogno dell’Africa è un preservativo?”.

“Abbiamo letto insieme le istruzioni: occorre una temperatura esterna non troppo alta, bisogna lavarsi, stare attenti perché basta un po’ di polvere per romperlo, ecc. Le mie donne mi hanno guardato e mi hanno detto: ‘Rose, quanti gradi ci sono in Africa? Quante case hanno il rubinetto per lavarsi?’. Poi mi hanno fatto vedere le loro mani: ruvide e rovinate dal lavoro nella cava, affilate come un sasso. E se basta un po’ di polvere per rompere il preservativo… Capisci? Non hanno neanche le lenzuola, i letti, l’acqua – ride – E pensano di salvarci con i preservativi!”. Si ferma, torna seria: “Bisogna smetterla di parlare per niente, senza sapere di cosa si sta parlando”.

L’Uganda è però anche il primo paese del continente nero ad avere attuato una politica vincente nella lotta all’Aids: in pochi anni si è passati dal 21 per cento della popolazione infetta al 6,4 per cento di oggi. “Lo abbiamo fatto – spiega Rose – senza distribuire preservativi a tutti, ma educando le persone. Anche grazie al nostro presidente”.

Nulla di diverso dalle parole del Papa: “Se non c’è l’anima, se gli africani non si aiutano, non si può risolvere il flagello con la distribuzione di profilattici: al contrario, il rischio è di aumentare il problema. La soluzione può trovarsi solo in un duplice impegno: il primo, una umanizzazione della sessualità, cioè un rinnovo spirituale e umano che porti con sé un nuovo modo di comportarsi l’uno con l’altro, e secondo, una vera amicizia anche e soprattutto con le persone sofferenti, la disponibilità, anche con sacrifici, con rinunce personali, a essere con i sofferenti”. Nulla di diverso da quello che racconta Rose: “Non sappiamo amare, viviamo definiti dall’istinto. E quando uno non si sente amato non può amare nessuno, usa se stesso e gli altri. A uno infettato dall’Hiv non interessa nulla proteggere gli altri se non sa che la sua vita ha un valore, un significato. Quelli che attaccano il Papa non sanno cosa dicono”. O forse lo sanno benissimo. “Tu vali più di un preservativo, il bisogno dell’Africa non sono i preservativi. Se lo pensi sei fuori dal mondo”, dice.

martedì 3 marzo 2009

Segnatevi queste parole


"Abbiamo mandato le truppe in Iraq per eliminare il regime di Saddam Hussein - e voi il lavoro lo avete fatto. Le abbiamo tenute in Iraq per aiutare a insediare un governo sovrano - e voi il lavoro lo avete fatto. E lasceremo al popolo iracheno l'opportunità, guadagnata con fatica, di vivere una vita migliore - e questo è il vostro successo: questa è la prospettiva che voi avete reso possibile". Chi l'ha pronunciate? Barack Hussein Obama, venerdì scorso, nel North Carolina, a Camp Lejeune.

P.S. Le parole di Obama, ovviamente, non l'ha riportate quasi nessuno. Quasi. Fortuna c'è sempre quell'Elefantino tosto tosto...

lunedì 23 febbraio 2009

venerdì 20 febbraio 2009

Sincerità di Arisa. Una ventata di freschezza


E va bene è bruttina. E' anche timida, timidissima. Ma ha qualcosa di irresistibile. Per me è lei la rivelazione del Festival. Una canzoncina soffice e spensierata: deliziosa.


mercoledì 18 febbraio 2009

Da Sanremo a Uòlter: tutto quello che poteva pure non essere scritto


"Luca era gay, ma adesso sta con lei..." canta Povia: dov'è lo scandalo? Una storia è una storia punto. Non vi è nulla di offensivo nel testo di quella canzone. Certo Povia avrebbe potuto scrivere anche - e sono sicuro con immensa felicità di tutti i movimenti omosessuali più irrequieti - "Luca era lei, e adesso è pure gay...", ma non sarebbe stata la stessa storia ascoltata, dice lui, un giorno sul treno. E però l'Arcigay avrebbe certamente festeggiato l'ipotetica canzone stappando bottiglie di champagne e Povia sarebbe diventato a pieno titolo una nuova icona gay. Perchè raccontare di un etero che diventa omosessuale è sempre bene, mentre raccontare il contrario è percepito come un'infamante accusa?
Benigni mi è piaciuto nonostante la solita tiritera su Berlusconi. Strepitosa la battuta su Mina e la gag su un'Iva Zanicchi tutto-sesso-niente-amore. Un pò retorico e mieloso, come solo lui sa fare, quando improvvisamente diventa serio e attacca la solita lezioncina buonista sull'omosessualità.
La canzone di Tricarico poteva essere più convincente e sfiorare il piacevole, se solo a cantarla non fosse stato Tricarico. Che ne dite di Vasco?
Gl Afterhours entrano ed escono (subito) dalla porta girevole dell'Ariston. Chi l'ha visti?
Mi sono perso Alexia: dicono sia stata tra i migliori.
Bonolis e Laurenti gli stessi di sempre. Nel bene e nel male.
Postilla Politica
Walter molla tutto! Triste parabola di un leader mai veramente leader. Chi verrà dopo nel piddì? O meglio: il piddì avrà un dopo?

giovedì 5 febbraio 2009

Eluana e noi.


Capisco chi invoca il silenzio. In questi momenti è difficile pronunciare parole che non siano percepite come eccessive, ridondanti, spropositate o semplicemente fuori luogo. E' il sacro rispetto della vita che ci porta ad essere così premurosi nell'accogliere la morte. Ma se il concetto di progresso coincide con l’uccisione di un essere umano completamente indifeso, capisco anche il bisogno di esternare tutto lo sconcerto e la rabbia di chi vorrebbe vivere, invece, in una società dove i malati siano sempre considerati persone da curare e da accudire amorevolmente fino all’ultimo istante della loro vita; in una società che si faccia carico del dolore, ma che non se ne liberi egoisticamente. Ecco quindi che se per qualcuno lasciar morire una ragazza di fame e di sete può considerarsi una conquista, capisco chi la vorrebbe salvare da questo tragico destino. Capisco quelle suore che in silenzio l’hanno accudita durante tutti questi anni e che ora chiedono al padre della ragazza: perché...? Per che cosa lasciarla morire? Siamo assolutamente convinti che oggi Eluana vorrebbe morire?
Noi che ci consideriamo cristiani – anche se poi viviamo spesso come se fossimo atei – e che siamo cresciuti con l’immagine di Gesù morto per amore dell’umanità in croce, come possiamo accettare che l’amore abbandoni quella ragazza? Come possiamo accettare che sia barbaramente privata di cibo e di acqua, in nome di una sua volontà presunta e ricostruita sulla base di affermazioni remote e non accertabili? E’ carità questa? E’ in questa cultura che vogliamo vivere?
Occorre fare un passo indietro, e chiedersi quando la vita deve essere vissuta. La dignità della vita, infatti, ha a mio parere un carattere ontologico e non può dipendere da una ‘qualità’ misurata solo in termini utilitaristici. Non si può pensare che essere uomo, essere persona degna di vivere, possa diventare una sorta di patente a punti: se hai tutte le funzioni sei degno; se perdi le funzioni perdi la dignità. Finché un bel giorno ti viene tolta la patente, e altri possono decidere per te, avendo la presunzione di dire che quella vita non è degna di continuare. Non lo si può accettare”. (Mario Melazzini, medico, presidente di Aisla, malato di Sla).

lunedì 2 febbraio 2009

Global che...?!


Continua la mia personale campagna contro la moda della deficienza globale, contro la nuova religione dell'era moderna, contro le profezie catastrofiste degli scienziati globali.
A Londra erano almeno 18 anni che non nevicava in questo modo, dicono gli esperti.
Pochi giorni fa - proprio mentre il presidente Obama firmava due decreti contro le emissioni dei gas (che creano il surriscaldamento terrestre) - negli Emirati Arabi uniti si materializzò un fatto strano: tantissimi fiocchi bianchi che scendevano dal cielo e tanto tanto freddo. Non bastasse da sola la bizzarra coincidenza, qualcuno ha voluto anche sottolineare l'eccezionalità dell'evento: talmente raro che nel dialetto locale ancora non esisteva la parola "neve". Ma precisamente cosa intendono questi dottoroni di scienza con il termine "surriscaldamento globale"? Mica che la temperatura terrestre sta aumentando vero? Sarebbe, evidentemente, una boiata pazzesca.

sabato 31 gennaio 2009

Che Steele...!



Michael Steele è il nuovo presidente del partito repubblicano e il primo afro-americano della storia a capo del Gop. Congratulazioni, presidente.

domenica 25 gennaio 2009

That's Obama!


Dopo aver dato il contentino a tutti i pacifisti-antiamericanisti della terra, eccolo il primo vero grande cambiamento dell'amministrazione Obama:

"Una pioggia di missili contro i nascondigli dei talebani in Pakistan. Un drone della Cia ha lanciato tre vettori nell’arco di 10 minuti contro una casa del villaggio di Zharki, nel Nord Waziristan, uccidendo tutti i 15 occupanti, almeno 9 dei quali sarebbero mujaheddin, ed alcune ore dopo l’attacco dal cielo si è ripetuto nel Sud Waziristan, provocando la morte di almeno 8 persone". (il resto, nell'articolo di Maurizio Molinari - LaStampa).

P.S. Perchè i più grandi giornali italiani, senza fare nomi (Corriere e Repubblica ad esempio), non danno risalto alla notizia?

martedì 20 gennaio 2009

Obama e Bush - Il primo e l'ultimo


In questo precedente post, avevo già evidenziato un buon motivo per non spernacchiare troppo il presidente uscente degli Stati Uniti George W. Bush, ma qui Christian Rocca ne riporta addirittura 100.

E intanto Obama giura. Sono pronto ad ammirare il grande cambiamento. Prendo i pop corn.

domenica 11 gennaio 2009

Sulla guerra (di Gaza) la Chiesa si esprime... in silenzio


Fa bene la Chiesa a mantenere "un ruolo di esclusiva testimonianza morale, sempre e comunque" (queste le parole di E. Galli Della Loggia sul Corriere di oggi) nel giudicare i diversi conflitti che affliggono il mondo?

Quanto può incidere il fatto di ribadire l'immoralità, l'oscenità di ogni guerra, mantenendo una posizione di sostanziale neutralità nei confronti delle parti, rispetto al tentativo di discernere, nella pur tremenda realtà, con parole sagge ed equilibrate, ma nello stesso tempo chiare ed inequivocabili, il bene dal male, la verità dalla menzogna, la ragione dal torto, la giustizia dall'ingiustizia?

Scandire esclusivamente, sebbene con forza, parole pacifiste significa sempre tendere al Bene? O piuttosto si rischia di perdere di vista chi delle parti in causa è quella che lotta nel giusto?


In sostanza, dovrebbe la Chiesa scegliere di difendere la verità anche se si parla di guerre (tanto più se guerre a sfondo religioso) e non solo di problemi di ordine teologico? La Chiesa certamente deve invocare la pace, deve rivendicare una volta su tutte, e non è mai troppo, che ogni guerra è tremenda e atroce e che andrebbe evitata e che l'amore e non l'odio dovrebbe muovere gli interessi degli uomini, ma detto questo, presa coscienza che il mondo è ben lontano (ahimè) dal seguire questi consigli, potrebbe aggiungere qualcosa di più? Per coerenza e in nome della verità, appunto.

venerdì 9 gennaio 2009

Israele - Palestina: cenni storici fondamentali


Ecco i sei punti fondamentali da tenere a mente:
  1. Il termine Sionismo non è una parolaccia. Il padre del movimento sionista è Theodor Heltz, il quale già nel 1896 scrisse Lo Stato Ebraico. L'anno successivo ebbe luogo il primo Congresso mondiale sionista a Ginevra, in cui fu dichiarato che:" Scopo del sionismo è creare per il popolo ebraico una patria in Palestina garantita dalla legge pubblica". La creazione dello Stato ebraico quindi non è balenata dopo l'Olocausto a qualche anima pia mossa da compassione.
  2. Nel luglio del 1937 il movimento sionista accettò una prima proposta di pace in base alla quale lo Stato ebraico comprendeva il 20% del territorio palestinese. La proposta prevedeva, inoltre, la nascita di due Stati indipendenti (uno arabo e uno ebraico), con le città di Gerusalemme e Betlemme sottoposte ad un Mandato neutrale, e una sovvenzione che lo Stato ebraico avrebbe dovuto pagare allo Stato arabo. Il Gran Mufti di Gerusalemme Haj Amin Al Husseini e il Consiglio Supremo arabo rifiutarono.
  3. Nel 1939 sempre il Gran Mufti e il Consiglio supremo arabo rifiutarono la proposta britannica di dar vita a un unico Stato per gli arabi e gli ebrei.
  4. La risoluzione 181 dell'Onu del 1947, nella quale era previsto che "uno Stato arabo indipendente e uno Stato ebraico indipendente e lo speciale Statuto internazionale per la città di Gerusalemme prenderanno vita in Palestina due mesi dopo l'evacuazione delle Forze armate del regime mandatario, ma in ogni caso non più tardi del 1° ottobre 1948", venne rifiutata dai palestinesi e dagli Stati arabi.
  5. Nella storica risoluzione 242 del Consiglio di sicurezza dell'Onu del 1967, che è ancora alla base del processo di pace, si stabiliva: il ritiro delle forze israeliane dai territori occupati (Cisgiordania e Gaza) nel corso del conflitto; la cessazione di ogni belligeranza; il riconoscimento della sovranità e indipendenza di ogni Stato della regione e del loro diritto a vivere in pace. L'Olp respinse la risoluzione.
  6. Nel 2000 Arafat rifiutò la proposta di pace avanzata dal presidente americano Bill Clinton a Camp David, in base alla quale sarebbe stato assegnato allo Stato palestinese il 91% della Cisgiordania e tutta la Striscia di Gaza, con capitale a Gerusalemme est.

sabato 3 gennaio 2009

Israele - Hamas. La solidarietà e l'odio


Bologna - Ore 15:30, nei pressi di p.zza Maggiore sono attirato da un vociare che si fa sempre più intenso. Dall'altra parte della piazza, vicino la statua del Nettuno, vedo delle bandiere palestinesi sventolare. E' in corso la manifestazione a sostegno di Gaza e dei palestinesi. Gli uomini stavano davanti, le donne, invece, dietro. Tutte col velo, si capisce. Qualcuno, più in disparte, pregava su di un tappetino fatiscente in direzione della mecca. Qualcun'altro, sedicente palestinese, aveva appena comprato dal ragazzino che girava tra folla, la celeberrima Kefiah, rossa per l'occasione, e la indossava fieramente. Ho avuto il tempo di leggere qualche cartello prima che il corteo cominciasse a muoversi. Su alcuni c'era scritto "Palestina libera" oppure "Giù le mani dai bambini", "Stop alla strage di Gaza", "Gaza free", ma quello più sorprendente è stato questo: " No ad un'altra shoah".
Intanto mi si avvicina qualcuno che mi offre un volantino dal titolo "Solidarietà con il popolo palestinese - Fermare la strage sionista a Gaza", firmato La Comune - Socialismo Rivoluzionario.
All'interno leggo qualche riga: "Esprimimiamo la nostra piena solidarietà al popolo palestinese ribadendo la denuncia di questo atto di guerra e di violenza terrorista perpetrato dallo Stato di Israele, responsabile fin dalla sua fondazione di un vero e proprio intento genocida verso la popolazione della Palestina". E qui mi blocco.

Mi chiedo: se si continua a travisare la realtà dei fatti scambiando i terroristi per resistenti, schierandosi dalla parte di chi mira alla cancellazione del popolo israeliano, di chi vorrebbe la morte di tutti gli ebrei, come si può contribuire alla tanto auspicata pace?

Le manifestazioni di oggi, a Milano, così come a Bologna, apertamente schierate a favore di una parte, sono delle tristi rappresentazioni di una cultura vecchia e stantìa, ideologicamente avversa allo Stato israeliano, che non è disposta ad accettare la verità. La pace è certamente un obiettivo desiderabile per tutti, ma non può essere un atto unilaterale: come si fa a dire che Israele non vuole la tregua quando, proprio Hamas - che ha continuato a lanciare razzi in territorio isrealiano nonostante l'accordo di non aggressione - si basa sull'odio nei confronti di un popolo, quello ebraico, e sulla negazione del diritto dello Stato di Israele ad esistere?