mercoledì 30 settembre 2009

Appello per un Talk Show fresco, pungente e spudoratamente di centrodestra in Rai


La battuta di Berlusconi sulla Dandini e Santoro ai quali “bisogna lasciare tutto lo spazio possibile perché portano voti al Pdl” lascia imbambolati quelli che speravano nella censura, nell’inasprimento delle polemiche, per dare un senso (almeno uno) alla manifestazione di sabato prossimo. Il premier li ha spiazzati di nuovo, gli ha levato pure la soddisfazione per autoflagellarsi e per frignare sulla morte della democrazia e sulla perduta libertà d’espressione. Un regime che incoraggia i dissidenti non si è mai visto, così adesso dovranno inventarsi qualche altra cosa. Bene. Ecco però io ho una cosa da proporre: invece che lagnarsi per i programmi di Santoro, di Floris, della Dandini o di Fabio Fazio, che pure le critiche se le tirano addosso alcune volte, perché non si mette su un bel programmone con i cosiddetti, palesemente vicino al centrodestra, cioè senza timori e in tutta trasparenza, un programma di centrodestra. Con il suo bel conduttore, tosto e intelligente (e per questo ruolo non nego di aver già pensato automaticamente al grande Giuliano Ferrara), e poi perché no, qualche comico che faccia satira, che prenda per i fondelli una volta tanto qualcuno del centrosinistra…? Qualche idea buona con le persone giuste e il programma sarà un successo. Avanti, un po’ di coraggio, si offra una alternativa al pensiero politicamente corretto dilagante in casa Rai.

venerdì 18 settembre 2009

Non siamo supereroi nè mercenari. Siamo soldati, semplicemente soldati.


Noi veniamo addestrati per fare i soldati. Siamo dei professionisti. Mettiamo in cantiere il fatto di perdere la vita, ma siamo soldati e giuriamo fedeltà alla Patria. Non siamo supereroi né mercenari. Non si è così stupidi da indossare l’uniforme e partire, sapendo che si può morire, solo per aumentare lo stipendio. Questo è un luogo comune. Facciamo il nostro lavoro perché ci crediamo. Gli italiani devono sapere che i militari vanno lì a fare il loro lavoro perché credono in quello che fanno. Noi non rappresentiamo un governo, ma l’Italia intera. Certi valori non li si può insegnare o ce li hai o non ce li hai.

Ho riportato, quasi testualmente, le parole di Gianfranco Paglia pronunciate ieri sera a Ballarò. Paglia è un militare paracadutista della Folgore decorato al valor militare. Il 2 luglio 1993, a Mogadiscio, perse l'uso delle gambe. E' attualmente deputato per il Popolo della Libertà.
Sono parole semplici, quasi banali per molti, ma ho voluto che rimanessero scritte perchè non sono affatto sicuro che siano così ovvie e scontate.

venerdì 11 settembre 2009

8 anni dopo


Otto anni dopo la memoria non vacilla. La mente è lucida. Le Torri sono fumanti, oggi. E' l'America, l'occidente e i valori che esso rappresenta il bersaglio del terrorismo islamico. Non c'è spazio per stronzate complottistiche, oggi. Quelle le lasciamo a chi gode nel rovistare all'interno del pattume ideologico che ha in testa, e insozzarsi con pensieri allucinati e privi di ogni fondamento, totalmente sconnessi dalla realtà.
Oggi è l'11 settembre. Le 2.751 vittime verrano ricordate una ad una a New York, lì dove otto anni fa svettavano imponenti gli edifici del World Trade Center.
Come disse Emma Bonino, viene il momento in cui scegliere da che parte stare è un dovere: con i terroristi, con i talebani o dall'altra parte?

venerdì 4 settembre 2009

Berlusconi e la campagna d'autunno. Quando finirà questo triste siparietto?


Una cosa è certa, questa brutta vecchia abitudine di montare campagne mediatiche su vizi e peccati altrui, al fine di demolirne l’immagine pubblica, che sia presidente del consiglio oppure direttore di un grande giornale non fa differenza, è francamente penosa. Triste e penosa. Quelli che si arrapavano leggendo le intercettazioni di Repubblica e l’Espresso sugli inciuci del nostro premier godereccio e che gongolavano felici di aver trovato un altro motivo per accanirsi contro il Caimano, adesso certo non possono aprir bocca per la strategia di contrattacco prontamente avviata dal battagliero direttore de ilGiornale, Vittorio Feltri. Feltri, il cane pazzo, c’ha messo veramente poco per dimostrare che anche a destra sono capaci di abbassarsi a tanto e che nessuno è perfetto, e che se ci mettiamo a scavare negli armadi polverosi di quelli che ci fanno la morale, alla fine qualche scheletro qua e là salta sempre fuori. Colpiti e affondati.

La vendetta di Berlusconi è appena cominciata. E’ passato dalla parole, sempre troppo poco ponderate, ai fatti: azione giudiziaria nei confronti di quei giornali (pure quelli esteri) che hanno usato le vicende private del premier in modo sconsideratamente fazioso e fuorviante, alludendo per giunta a cose un tantino umilianti (la presunta impotenza del premier, l’Unità) che hanno scatenato in lui una reazione dell’orgoglio. Le questioni di principio scatenate dall’orgoglio personale a volte tradiscono e, possiamo discutere se questa ultima mossa di B. sia stata effettivamente efficace. Fatto sta, che c’eravamo un po’ tutti messi l’anima in pace sui vizi e le scappatelle del nostro premier imperfetto e peccatore, e adesso invece, siamo tornati di nuovo a sindacare ogni singolo capello.

Gridare alla censura, all’intimidazione, annunciare manifestazioni contro il bavaglio alla libertà di stampa, titolare in prima pagina "Come i fascisti", è invece, semplicemente ridicolo. Efficace o meno, intelligente o meno che sia, l’ultima mossa di B. è, però, sicuramente legittima. Se i giornali che lo hanno spernacchiato e criticato aspramente in questi ultimi mesi, lo hanno fatto sempre seguendo le regole del corretto giornalismo, senza scrivere calunnie nei suoi confronti, riportando sempre fatti veri e informazioni non diffamatorie, allora non avranno niente da temere dal processo, perché ne usciranno indenni. Querelare un giornale non è da fascisti, lo provarono Prodi e poi Di Pietro, quando querelarono ilGiornale Berlusconiano, e lo dimostrò D’Alema (ma lo stesso fece Achille Occhetto) quando se la prese a morte con Forattini e una sua vignetta querelandolo e chiedendo un risarcimento di ben 3 miliardi di vecchie lire.