lunedì 23 febbraio 2009

venerdì 20 febbraio 2009

Sincerità di Arisa. Una ventata di freschezza


E va bene è bruttina. E' anche timida, timidissima. Ma ha qualcosa di irresistibile. Per me è lei la rivelazione del Festival. Una canzoncina soffice e spensierata: deliziosa.


mercoledì 18 febbraio 2009

Da Sanremo a Uòlter: tutto quello che poteva pure non essere scritto


"Luca era gay, ma adesso sta con lei..." canta Povia: dov'è lo scandalo? Una storia è una storia punto. Non vi è nulla di offensivo nel testo di quella canzone. Certo Povia avrebbe potuto scrivere anche - e sono sicuro con immensa felicità di tutti i movimenti omosessuali più irrequieti - "Luca era lei, e adesso è pure gay...", ma non sarebbe stata la stessa storia ascoltata, dice lui, un giorno sul treno. E però l'Arcigay avrebbe certamente festeggiato l'ipotetica canzone stappando bottiglie di champagne e Povia sarebbe diventato a pieno titolo una nuova icona gay. Perchè raccontare di un etero che diventa omosessuale è sempre bene, mentre raccontare il contrario è percepito come un'infamante accusa?
Benigni mi è piaciuto nonostante la solita tiritera su Berlusconi. Strepitosa la battuta su Mina e la gag su un'Iva Zanicchi tutto-sesso-niente-amore. Un pò retorico e mieloso, come solo lui sa fare, quando improvvisamente diventa serio e attacca la solita lezioncina buonista sull'omosessualità.
La canzone di Tricarico poteva essere più convincente e sfiorare il piacevole, se solo a cantarla non fosse stato Tricarico. Che ne dite di Vasco?
Gl Afterhours entrano ed escono (subito) dalla porta girevole dell'Ariston. Chi l'ha visti?
Mi sono perso Alexia: dicono sia stata tra i migliori.
Bonolis e Laurenti gli stessi di sempre. Nel bene e nel male.
Postilla Politica
Walter molla tutto! Triste parabola di un leader mai veramente leader. Chi verrà dopo nel piddì? O meglio: il piddì avrà un dopo?

giovedì 5 febbraio 2009

Eluana e noi.


Capisco chi invoca il silenzio. In questi momenti è difficile pronunciare parole che non siano percepite come eccessive, ridondanti, spropositate o semplicemente fuori luogo. E' il sacro rispetto della vita che ci porta ad essere così premurosi nell'accogliere la morte. Ma se il concetto di progresso coincide con l’uccisione di un essere umano completamente indifeso, capisco anche il bisogno di esternare tutto lo sconcerto e la rabbia di chi vorrebbe vivere, invece, in una società dove i malati siano sempre considerati persone da curare e da accudire amorevolmente fino all’ultimo istante della loro vita; in una società che si faccia carico del dolore, ma che non se ne liberi egoisticamente. Ecco quindi che se per qualcuno lasciar morire una ragazza di fame e di sete può considerarsi una conquista, capisco chi la vorrebbe salvare da questo tragico destino. Capisco quelle suore che in silenzio l’hanno accudita durante tutti questi anni e che ora chiedono al padre della ragazza: perché...? Per che cosa lasciarla morire? Siamo assolutamente convinti che oggi Eluana vorrebbe morire?
Noi che ci consideriamo cristiani – anche se poi viviamo spesso come se fossimo atei – e che siamo cresciuti con l’immagine di Gesù morto per amore dell’umanità in croce, come possiamo accettare che l’amore abbandoni quella ragazza? Come possiamo accettare che sia barbaramente privata di cibo e di acqua, in nome di una sua volontà presunta e ricostruita sulla base di affermazioni remote e non accertabili? E’ carità questa? E’ in questa cultura che vogliamo vivere?
Occorre fare un passo indietro, e chiedersi quando la vita deve essere vissuta. La dignità della vita, infatti, ha a mio parere un carattere ontologico e non può dipendere da una ‘qualità’ misurata solo in termini utilitaristici. Non si può pensare che essere uomo, essere persona degna di vivere, possa diventare una sorta di patente a punti: se hai tutte le funzioni sei degno; se perdi le funzioni perdi la dignità. Finché un bel giorno ti viene tolta la patente, e altri possono decidere per te, avendo la presunzione di dire che quella vita non è degna di continuare. Non lo si può accettare”. (Mario Melazzini, medico, presidente di Aisla, malato di Sla).

lunedì 2 febbraio 2009

Global che...?!


Continua la mia personale campagna contro la moda della deficienza globale, contro la nuova religione dell'era moderna, contro le profezie catastrofiste degli scienziati globali.
A Londra erano almeno 18 anni che non nevicava in questo modo, dicono gli esperti.
Pochi giorni fa - proprio mentre il presidente Obama firmava due decreti contro le emissioni dei gas (che creano il surriscaldamento terrestre) - negli Emirati Arabi uniti si materializzò un fatto strano: tantissimi fiocchi bianchi che scendevano dal cielo e tanto tanto freddo. Non bastasse da sola la bizzarra coincidenza, qualcuno ha voluto anche sottolineare l'eccezionalità dell'evento: talmente raro che nel dialetto locale ancora non esisteva la parola "neve". Ma precisamente cosa intendono questi dottoroni di scienza con il termine "surriscaldamento globale"? Mica che la temperatura terrestre sta aumentando vero? Sarebbe, evidentemente, una boiata pazzesca.