Prima Gad Lerner dalla tribuna politicamente corretta e perbenista dell’Infedele, poi oggi su Repubblica Mario Pirani, dall’alto della loro integrità morale, ci fanno capire perché la cultura di sinistra è moralmente superiore a quella di destra (eccezion fatta per i pochi cattolici e la ristretta élite finiana). E’ semplice: loro sono capaci ancora di scandalizzarsi e di non accettare fatti come il caso Marrazzo, mentre la destra berlusconiana è in balia di “un cinismo amorale”. Tanto è che, davanti agli scandali sessuali che hanno coinvolto trasversalmente il potere politico, si sono prontamente amareggiati, anzi di più, hanno quasi provato disperazione. Ci spiega Pirani che certe cose il popolo di sinistra non le accetta ed è come se «ognuno di loro si ritenesse offeso da un gesto ritenuto insopportabile». «Perché niente», dice serio e piuttosto rabbuiato, «avrebbe potuto lenire un lutto morale che solo le dimissioni hanno permesso di elaborare». E’, infatti, «il nucleo più profondo dell’animo collettivo ed individuale della sinistra che è stato leso». Poi ci regala un passaggio straordinario, memorabile per la sua profondità: «una sola certezza è rimasta (alla sinistra, ndr) come valore di auto identificazione: l’essere dalla parte – ed essere parte – della gente onesta, per bene; di quelli che non hanno nulla da nascondere, che rispettano la legge, contano sulla Costituzione, pagano le tasse […]». Dall’altra parte insomma, solo merda e fango. Solo gente disonesta, che non paga le tasse, che è contro la Costituzione. Ovviamente il Cavaliere rappresenterebbe alla perfezione questa parte sozza e ignorante, quella che vive, secondo Pirani l’Illuminato e scaltro e acuto e penetrante articolista, arrangiandosi giorno per giorno grazie a qualche «imbroglio piccolo o grande, eludendo il fisco, lavorando in nero, armeggiando per una violazione edilizia». «E soprattutto», scrive Pirani lasciandoci una perla rara di saggezza, fatta di solidità argomentativa e palese supremazia intellettuale, quelli che fanno parte della cultura inferiore, vivono «la legge, le regole e sotto sotto (nota il “sotto sotto” di chi la sa lunga perché più furbo e astuto degli altri) anche qualcuno dei 10 Comandamenti, figuriamoci la Costituzione (eh, figuriamoci!), come malevoli impedimenti al libero esplicitarsi di tutto ciò che bisogna fare per sopravvivere». Da applausi!
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