"Quello americano è il peggior sistema sanitario, esclusi tutti gli altri". Dice Grace-Marie Turner, presidente del Galen Institute e consigliere della Casa Bianca, a Roma per due eventi dell'Istituto Acton e dell'Istituto Bruno Leoni: "Negli Usa non abbiamo un sistema sanitario nazionale coercitivo. E' questa la differenza con l'Europa". Nelle classifiche dell'Organizzazione nazionale della sanità, l'America arriva solo trentasettesima (prima la Francia, seconda l'Italia). "Dipende da cosa si vuole misurare - spiega Turner - l'Oms valuta l'obbligatorietà nel finanziamento ai sistemi sanitari, non la performance". I non assicurati (circa 47 milioni) non sono privi di assistenza sanitaria "L'accesso alla sanità è universale, ma il governo copre le spese solo a chi davvero ne ha bisogno". Qual è l'identikit dei non assicurati? "Appartengono principalmente a tre gruppi: gli immigrati clandestini, i disoccupati, e coloro che non desiderano assicurarsi". I primi non sono certo un'eccezionalità Usa. "Spesso i Paperoni scelgono di non assicurarsi, e neppure sono coperti dai programmi di assistenza pubblica, che sono rivolti ai poveri e agli anziani. Negli Stati Uniti non tassiamo i poveri per pagare le cure ai ricchi".
Infine, i disoccupati. [...] "L'assicurazione - ragiona Turner - è collegata al posto di lavoro. In una società dinamica (negli Usa ogni anno 4 americani su 10 cambiano mestiere) questo crea effettivamente delle difficoltà. La disoccupazione, tuttavia, dura al massimo pochi mesi, per cui è vero che circa la metà dei 47 milioni di non assicurati appartiene a questa categoria, ma si tratta di persone che ben presto torneranno a guadagnarsi una copertura. In ogni caso, la risposta a questa sfida non viene dall'estensione dell'intervento pubblico, ma da provvedimenti di mercato come la portabilità delle polizze o gli incentivi fiscali al risparmio sanitario". [...] "è vero che spendiamo più degli europei (circa il 16 per cento del Pil contro l'8 per cento dell'Italia) ma questo riflette la preferenza degli americani per un sistema sanitario che sia sempre all'avanguardia. Faccio un esempio: accorciare le liste d'attesa costa, ma è una spesa che affrontiamo volentieri". [...] Un recente studio ha dimostrato che la probabilità di sopravvivere almeno 5 anni per una donna a cui sia stato diagnosticato un tumore al seno è del 75 per cento negli Usa, del 50 per cento in Gran Bretagna. D'altronde, se il nostro sistema sanitario fosse davvero così scadente, perchè mai gli europei verrebbero a farsi curare in America e non viceversa, come ha fatto [...] anche Silvio Berlusconi?".
(Ho riportato ampi stralci dell'intervista pubblicata da Il Foglio il 27/09/07)
LA CLASSIFICA DELL'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA': il prof. Spandonaro spiega perchè non è attendibile.
Infine, i disoccupati. [...] "L'assicurazione - ragiona Turner - è collegata al posto di lavoro. In una società dinamica (negli Usa ogni anno 4 americani su 10 cambiano mestiere) questo crea effettivamente delle difficoltà. La disoccupazione, tuttavia, dura al massimo pochi mesi, per cui è vero che circa la metà dei 47 milioni di non assicurati appartiene a questa categoria, ma si tratta di persone che ben presto torneranno a guadagnarsi una copertura. In ogni caso, la risposta a questa sfida non viene dall'estensione dell'intervento pubblico, ma da provvedimenti di mercato come la portabilità delle polizze o gli incentivi fiscali al risparmio sanitario". [...] "è vero che spendiamo più degli europei (circa il 16 per cento del Pil contro l'8 per cento dell'Italia) ma questo riflette la preferenza degli americani per un sistema sanitario che sia sempre all'avanguardia. Faccio un esempio: accorciare le liste d'attesa costa, ma è una spesa che affrontiamo volentieri". [...] Un recente studio ha dimostrato che la probabilità di sopravvivere almeno 5 anni per una donna a cui sia stato diagnosticato un tumore al seno è del 75 per cento negli Usa, del 50 per cento in Gran Bretagna. D'altronde, se il nostro sistema sanitario fosse davvero così scadente, perchè mai gli europei verrebbero a farsi curare in America e non viceversa, come ha fatto [...] anche Silvio Berlusconi?".
(Ho riportato ampi stralci dell'intervista pubblicata da Il Foglio il 27/09/07)
LA CLASSIFICA DELL'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA': il prof. Spandonaro spiega perchè non è attendibile.
Il Servizio nazionale italiano al secondo posto nel mondo, subito dietro quello francese? Una balla. "Una classifica sbugiardata. Tanto che la stessa Organizzazione mondiale della sanita', che l'aveva stilata, l'ha poi rinnegata almeno in parte". A confutare in maniera netta una notizia che aveva inorgoglito molto i politici italiani, e convinto poco i cittadini della penisola, e' Federico Spandonaro, coordinatore del Ceis-sanità, il gruppo di ricerca sul Ssn della facoltà di Economia dell'università Tor Vergata di Roma. "Le classifiche generalizzate non hanno grande valore. Meglio sarebbe andare a valutare singoli aspetti di una organizzazione tanto vasta e complessa come e' quella sanitaria di una nazione. E forse l'unico vero indicatore in grado di misurare la bonta' o meno di un sistema sanitario e' quello del gradimento dei cittadini".
Un parametro che pero', spiega all'Adnkronos salute l'esperto, "non conferma il giudizio espresso dall'Oms. Secondo i dati diffusi dall'Eurobarometro, una sezione della Commissione europea che analizza l'opinione degli abitanti della Ue - dice Spandonaro - il gradimento maggiore, in Europa, e' quello dei danesi. Mentre l'Italia figura agli ultimi posti insieme al Portogallo". [...] Secondo l'Oms, la buona posizione del Ssn sarebbe dovuta principalmente a due aspetti: l'aspettativa di vita della popolazione, e l'uguaglianza tra cittadini nell'accesso ai servizi offerti. "Ma come si fa ad attribuire i meriti della longevita' del Belpaese al Servizio sanitario nazionale? Forse - ironizza Spandonaro - sono altre le ragioni di questo risultato: la dieta mediterranea, il sole?"[...].
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