mercoledì 6 gennaio 2010

Lord of War



Barack Hussein Obama, il presidente più glamour del mondo, premiato con il Nobel per la pace, difende ogni giorno – e non solo a parole – il concetto di guerra giusta e necessaria. Qualcuno l’ha puntualmente definito un presidente di guerra. Eppure è lo stesso presidente nero che soltanto un anno fa veniva osannato da buona parte della sinistra europea, soprattutto quella più salottiera e perbenista, quella che si strappava i capelli al solo udire il nome George W. Bush; e bene, quello stesso presidente nero che veniva venerato come icona del nuovo mondo, sta combattendo dal primo giorno di presidenza il terrorismo internazionale a suon di missili e raid aerei (vedi Afghanistan, Pakistan e adesso lo Yemen). Lo stesso presidente nero, tanto amato dagli sbandieratori della Pace, sta poi riflettendo proprio in questi giorni sul futuro dell’Iran degli Ayatollah. Quello che è certo è che il tempo delle chiacchiere è definitivamente scaduto. Se il regime iraniano non intende cambiare registro, allora toccherà cambiare il regime iraniano. Perché l’azione militare non può essere scartata a priori se si vuole garantire la sicurezza dei propri cittadini. Perché i grandi discorsi, per quanto belli ed emozionanti, pare non abbiano convertito i cuori dei leader iraniani. E perché, come la storia insegna, per portare pace spesso è indispensabile la guerra. Con una lettera al Congresso, Obama-premio-Nobel-per-la-pace ha inoltre chiarito i suoi poteri di guerra: “In risposta alle minacce dei terroristi, prenderò ulteriori misure dirette, quando saranno necessarie, nell’esercizio del diritto di autodifesa degli Stati Uniti e per proteggere i cittadini e gli interessi degli Stati Uniti. Queste misure potrebbero includere lo spiegamento senza preavviso di forze speciali e di altre forze per missioni di massima importanza in posti diversi in tutto il mondo. Non è possibile conoscere già adesso con precisione lo scopo preciso e la durata del dispiegamento delle forze armate americane per contrastare la minaccia dei terroristi agli Stati Uniti”. Insomma, Obama si riserva il diritto di agire unilateralmente, quando e come desidera, per difendere gli interessi del popolo americano. Proprio non vi ricorda niente?

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