sabato 31 gennaio 2009

Che Steele...!



Michael Steele è il nuovo presidente del partito repubblicano e il primo afro-americano della storia a capo del Gop. Congratulazioni, presidente.

domenica 25 gennaio 2009

That's Obama!


Dopo aver dato il contentino a tutti i pacifisti-antiamericanisti della terra, eccolo il primo vero grande cambiamento dell'amministrazione Obama:

"Una pioggia di missili contro i nascondigli dei talebani in Pakistan. Un drone della Cia ha lanciato tre vettori nell’arco di 10 minuti contro una casa del villaggio di Zharki, nel Nord Waziristan, uccidendo tutti i 15 occupanti, almeno 9 dei quali sarebbero mujaheddin, ed alcune ore dopo l’attacco dal cielo si è ripetuto nel Sud Waziristan, provocando la morte di almeno 8 persone". (il resto, nell'articolo di Maurizio Molinari - LaStampa).

P.S. Perchè i più grandi giornali italiani, senza fare nomi (Corriere e Repubblica ad esempio), non danno risalto alla notizia?

martedì 20 gennaio 2009

Obama e Bush - Il primo e l'ultimo


In questo precedente post, avevo già evidenziato un buon motivo per non spernacchiare troppo il presidente uscente degli Stati Uniti George W. Bush, ma qui Christian Rocca ne riporta addirittura 100.

E intanto Obama giura. Sono pronto ad ammirare il grande cambiamento. Prendo i pop corn.

domenica 11 gennaio 2009

Sulla guerra (di Gaza) la Chiesa si esprime... in silenzio


Fa bene la Chiesa a mantenere "un ruolo di esclusiva testimonianza morale, sempre e comunque" (queste le parole di E. Galli Della Loggia sul Corriere di oggi) nel giudicare i diversi conflitti che affliggono il mondo?

Quanto può incidere il fatto di ribadire l'immoralità, l'oscenità di ogni guerra, mantenendo una posizione di sostanziale neutralità nei confronti delle parti, rispetto al tentativo di discernere, nella pur tremenda realtà, con parole sagge ed equilibrate, ma nello stesso tempo chiare ed inequivocabili, il bene dal male, la verità dalla menzogna, la ragione dal torto, la giustizia dall'ingiustizia?

Scandire esclusivamente, sebbene con forza, parole pacifiste significa sempre tendere al Bene? O piuttosto si rischia di perdere di vista chi delle parti in causa è quella che lotta nel giusto?


In sostanza, dovrebbe la Chiesa scegliere di difendere la verità anche se si parla di guerre (tanto più se guerre a sfondo religioso) e non solo di problemi di ordine teologico? La Chiesa certamente deve invocare la pace, deve rivendicare una volta su tutte, e non è mai troppo, che ogni guerra è tremenda e atroce e che andrebbe evitata e che l'amore e non l'odio dovrebbe muovere gli interessi degli uomini, ma detto questo, presa coscienza che il mondo è ben lontano (ahimè) dal seguire questi consigli, potrebbe aggiungere qualcosa di più? Per coerenza e in nome della verità, appunto.

venerdì 9 gennaio 2009

Israele - Palestina: cenni storici fondamentali


Ecco i sei punti fondamentali da tenere a mente:
  1. Il termine Sionismo non è una parolaccia. Il padre del movimento sionista è Theodor Heltz, il quale già nel 1896 scrisse Lo Stato Ebraico. L'anno successivo ebbe luogo il primo Congresso mondiale sionista a Ginevra, in cui fu dichiarato che:" Scopo del sionismo è creare per il popolo ebraico una patria in Palestina garantita dalla legge pubblica". La creazione dello Stato ebraico quindi non è balenata dopo l'Olocausto a qualche anima pia mossa da compassione.
  2. Nel luglio del 1937 il movimento sionista accettò una prima proposta di pace in base alla quale lo Stato ebraico comprendeva il 20% del territorio palestinese. La proposta prevedeva, inoltre, la nascita di due Stati indipendenti (uno arabo e uno ebraico), con le città di Gerusalemme e Betlemme sottoposte ad un Mandato neutrale, e una sovvenzione che lo Stato ebraico avrebbe dovuto pagare allo Stato arabo. Il Gran Mufti di Gerusalemme Haj Amin Al Husseini e il Consiglio Supremo arabo rifiutarono.
  3. Nel 1939 sempre il Gran Mufti e il Consiglio supremo arabo rifiutarono la proposta britannica di dar vita a un unico Stato per gli arabi e gli ebrei.
  4. La risoluzione 181 dell'Onu del 1947, nella quale era previsto che "uno Stato arabo indipendente e uno Stato ebraico indipendente e lo speciale Statuto internazionale per la città di Gerusalemme prenderanno vita in Palestina due mesi dopo l'evacuazione delle Forze armate del regime mandatario, ma in ogni caso non più tardi del 1° ottobre 1948", venne rifiutata dai palestinesi e dagli Stati arabi.
  5. Nella storica risoluzione 242 del Consiglio di sicurezza dell'Onu del 1967, che è ancora alla base del processo di pace, si stabiliva: il ritiro delle forze israeliane dai territori occupati (Cisgiordania e Gaza) nel corso del conflitto; la cessazione di ogni belligeranza; il riconoscimento della sovranità e indipendenza di ogni Stato della regione e del loro diritto a vivere in pace. L'Olp respinse la risoluzione.
  6. Nel 2000 Arafat rifiutò la proposta di pace avanzata dal presidente americano Bill Clinton a Camp David, in base alla quale sarebbe stato assegnato allo Stato palestinese il 91% della Cisgiordania e tutta la Striscia di Gaza, con capitale a Gerusalemme est.

sabato 3 gennaio 2009

Israele - Hamas. La solidarietà e l'odio


Bologna - Ore 15:30, nei pressi di p.zza Maggiore sono attirato da un vociare che si fa sempre più intenso. Dall'altra parte della piazza, vicino la statua del Nettuno, vedo delle bandiere palestinesi sventolare. E' in corso la manifestazione a sostegno di Gaza e dei palestinesi. Gli uomini stavano davanti, le donne, invece, dietro. Tutte col velo, si capisce. Qualcuno, più in disparte, pregava su di un tappetino fatiscente in direzione della mecca. Qualcun'altro, sedicente palestinese, aveva appena comprato dal ragazzino che girava tra folla, la celeberrima Kefiah, rossa per l'occasione, e la indossava fieramente. Ho avuto il tempo di leggere qualche cartello prima che il corteo cominciasse a muoversi. Su alcuni c'era scritto "Palestina libera" oppure "Giù le mani dai bambini", "Stop alla strage di Gaza", "Gaza free", ma quello più sorprendente è stato questo: " No ad un'altra shoah".
Intanto mi si avvicina qualcuno che mi offre un volantino dal titolo "Solidarietà con il popolo palestinese - Fermare la strage sionista a Gaza", firmato La Comune - Socialismo Rivoluzionario.
All'interno leggo qualche riga: "Esprimimiamo la nostra piena solidarietà al popolo palestinese ribadendo la denuncia di questo atto di guerra e di violenza terrorista perpetrato dallo Stato di Israele, responsabile fin dalla sua fondazione di un vero e proprio intento genocida verso la popolazione della Palestina". E qui mi blocco.

Mi chiedo: se si continua a travisare la realtà dei fatti scambiando i terroristi per resistenti, schierandosi dalla parte di chi mira alla cancellazione del popolo israeliano, di chi vorrebbe la morte di tutti gli ebrei, come si può contribuire alla tanto auspicata pace?

Le manifestazioni di oggi, a Milano, così come a Bologna, apertamente schierate a favore di una parte, sono delle tristi rappresentazioni di una cultura vecchia e stantìa, ideologicamente avversa allo Stato israeliano, che non è disposta ad accettare la verità. La pace è certamente un obiettivo desiderabile per tutti, ma non può essere un atto unilaterale: come si fa a dire che Israele non vuole la tregua quando, proprio Hamas - che ha continuato a lanciare razzi in territorio isrealiano nonostante l'accordo di non aggressione - si basa sull'odio nei confronti di un popolo, quello ebraico, e sulla negazione del diritto dello Stato di Israele ad esistere?