sabato 19 luglio 2008

Eluana è viva


C’è una cosa che probabilmente è poco chiara ai più: Eluana Englaro è viva. E’ viva altrimenti non ci sarebbe stata quella sentenza del tribunale di Milano che, pur carente dal punto di vista giuridico, autorizza a lasciarla morire di fame e di sete. E’ viva, oggettivamente, secondo la scienza biologica e secondo la ragione più elementare: finché non si è morti si è vivi. E’ viva perché respira da sola. Muove gli occhi e ogni tanto sembra che voglia parlare.

Per taluni questa non può essere considerata vita: Eluana, contro ogni evidenza, sarebbe già morta. Ma non pensano al fatto che Eluana come tutti gli esseri umani resisterebbe per qualche tempo senza mangiare e bere. Poi come tutti cederebbe. Poi si, morirebbe.
Secondo altri questa non sarebbe una vita vissuta in modo naturale. E allora mi domando e vi domando: è forse naturale che un paraplegico viva e possa muoversi grazie alla sua carrozzella? È forse naturale che un uomo con problemi cardiaci possa vivere solo grazie al suo pacemaker? Mario Melazzini, malato di Sla, ha rilasciato un'intervista, al quotidiano online ilsussidiario.net, sostenendo il diritto alla vita di Eluana. La sua vita che dipende da un sondino non è naturale? Che cosa significa allora "naturale"? Quale sarebbe una vita naturale? Quale quella degna di essere vissuta?

A me questa cultura della morte fa orrore. Sapere che qualcuno possa giudicare e stabilire chi debba vivere e chi no questo è il nichilismo valoriale.
La vita e la morte appartengono intrinsecamente alla persona e nessuno ha il diritto di prenderne possesso e sostituirsi al Divino. Nessuno.
Questo è quanto: forse – speriamo che ci sia ancora qualche possibilità per lei – presto in Italia sarà uccisa una ragazza con l’autorizzazione del tribunale.

Qui sotto l’appello dei neurologi e l’intervento dei professori di diritto penale (da Il Foglio.it):

4 commenti:

Anonimo ha detto...

è forse naturale che una persona che non è più in grado coscientemente di alimentarsi e dissetarsi autonomamente possa continuare a vivere?

Anonimo ha detto...

possono la scienza, la medicina e anche la religione arrogarsi il diritto di alimentare una persona che non può più farlo con la sua volontà?

Anonimo ha detto...

A tutte e due le domande, caro anonimo, rispondo si: la scienza la medicina e la religione (altrimenti non più tale) "devono", non "possono" arrogarsi il diritto di salvare la vita: è il loro obiettivo primario salvaguardare la vita dell'uomo e non arrivare mai a considerarlo "da buttare".

Gnagnera ha detto...

Non si tratta di decidere quando bisgonerebbe sospendere le cure, il punto è un altro, solo IO posso decidere della MIA vita, non lo stato ne tantomeno un dio a cui non credo. In questo caso il padre di eluana englaro (che sicuramente la conosce meglio di chiunque altro) si è espresso chiaramente dicendo cosa vorrebbe sua figlia il resto sono solo chiacchiere da avvoltoi.