venerdì 2 aprile 2010

Il caso Murphy: cominciamo con l'abbattere i pregiudizi


Sono convinto che la maggior parte delle persone che in questi giorni sono venute a conoscenza dai media della scandalosa vicenda riguardante il caso di Lawrence C. Murphy, abbiano capito poco di quello che è veramente accaduto. Penso, infatti, che molti preferiscano trincerarsi dietro il forte pregiudizio anticlericale prodotto dall'imperversare inesorabile del laicismo intollerante, la nuova religione dell'era moderna. E' sufficiente, infatti, accostare le parole pedofilia e chiesa per innescare la diabolica associazione mentale e far passare il messaggio che tutti i preti sono pedofili e che perfino il Papa potrebbe esserlo. Ma il pregiudizio si sa è frutto dell'ignoranza e della pigrizia intellettuale.
Innanzitutto, qualche punto fermo: 1) Nessuno ha vietato le denunce all’autorità civile, né ha suggerito di non farle: le autorità civili a suo tempo investigarono e non arrivarono a nulla. 2) L’ex Sant’Uffizio fu informato del caso solo nel 1996. Venne approfondito, anche durante un incontro a Roma con i vescovi competenti e alla fine si decise di non far avanzare il processo canonico anche a motivo delle condizioni di salute di padre Murphy che morì di lì a poco. 3) Il caso non è stato “insabbiato”.
Inoltre, consiglio fortemente la lettura di questo articolo scritto dal professor George Weigel che dimostra l'insostenibilità delle accuse del New York Times.

Ora possiamo cominciare a discuterne.

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